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domenica 16 novembre 2008

Perché le persone vogliono qualcosa con tutte le loro forze e quando la ottengono non la vogliono più?

Perché spesso le persone vogliono qualcosa con tutte le loro forze e quando la ottengono si rendono conto che hanno sbagliato, che non la vogliono più, che non fa per loro, e quindi rimangono scottati?
È normale volere e poi scottarsi, è una delle prime cose che fanno i bambini, vogliono tutto ciò che vedono, per curiosità, hanno un desiderio di poter possedere ciò che vedono che sfiora la cleptomania a volte, e però poi si ritrovano spessissimo insoddisfatti, perché caricano di aspettative ciò che hanno intorno come se fossero le uniche cose importanti in quel momento... i bambini lo fanno con i giocattoli, perché per loro quelle sono le cose più importanti e sacre... poi si cresce, e si attribuisce importanza ai sentimenti... si cerca di provare qualcosa che non ha mai avuto la possibilità di provare, ed è così che nascono le prime amicizie che in genere sono fra compagni di banco o di classe, destinate a finire appena si cambia classe, e i primi amori, in genere per un/una compagno/a di classe che sembra in quell'istante le persona migliore solo perché è la più vicina... poi si cresce ancora, si sono già sperimentate amicizia e amore e si inizia quindi a dare più importanza alle persone, alle parole, forse troppo peso alle parole, troppo peso ai gesti, e meno ai pensieri... la lucidità di superare lo stato di fanciullezza che ci circonda per svariati anni della nostra vita arriva solo con la presa di coscienza di ineluttabili responsabilità (un lavoro, una famiglia, una data età che si considerava classica dei "grandi" e si è raggiunta) che finalmente liberano le persone dal cleptomane desiderio di avere tutto ciò che esiste attorno a noi, limitando ciò all'utile, a ciò che realmente può rivelarsi degno di attenzione... nasce quindi il discernimento, non ci si innamora al primo sguardo, non si fa più amicizia con una persona dopo due minuti, non si cerca più il "giocattolo" bello da avere e poi rompere dopo appena pochi giorni, nascono invece le lunghe relazioni di conoscenza reciproca, si vuole prima conoscere una persona per capire se potrà essere importante, prima dell'amore o dell'amicizia viene l'interesse per quello che la persona è, non l'aspettativa su quello che potrebbe/dovrebbe essere... però la fanciullezza un po' rimane sempre, perché comunque anche una persona interessante ma non perfetta viene vista con un margine di miglioramento, si carica di poche aspettative che però rischiamo di rovinare un bel rapporto anche duraturo, ed in più ora si da anche più peso alle parole, ogni gesto, ogni frase deve avere per forza un suo perché, ci si fissa con poco, si cercano peli nelle uova dove non ci sono neanche le uova, si è ancora adulti ma non del tutto savi... savi ci si potrebbe diventare solo dopo aver avuto tante scottature che oramai si è capito come bisogna andare avanti per non scottarsi, ma non sempre ci si riesce... essere savi è una grande fortuna che deriva solo da una lunga serie di anni di sfortuna... sono i savi gli unici che riescono ad essere bambini solo negli aspetti positivi, tutti gli altri sono solo dei fanciulli, qualunque sia la loro età, e quindi saranno sempre delle persone interessate al mondo, vitali, pronte allo scherzo, in grado di divertirsi tranquillamente, in pratica quasi perfette, però con il brutto vizio di puntare tutto ad occhi chiusi e volere la vittoria senza aver fatto nulla di logico per ottenerla, e solo le persone fortunate possono vincere puntando al buio ad una roulette truccata come quella della vita...
...cordialmente Vostro, la iena...