venerdì 8 agosto 2008

Le Olimpiadi 2008 di Pechino: ho visto cose che voi umani...

Oggi, come penso molti altri, ho assistito alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Voglio precisare che non era la prima volta che assistevo a questo tipo di spettacoli. Volevo semplicemente dire quello che ho provato, così un pò perchè le critiche per il mancato rispetto dei diritti umani in Cina ha monopolizzato la scena, togliendo spazio a quello che un idealista come me definisce "spirito olimpico". Arrivo al punto. Ho visto il mondo. Cioè intendo, ho visto il mondo tutto in una volta, in pochi minuti. E mentre sfilavano le varie delegazioni dei paesi partecipanti, notavo, con un sentimento di curiosità mista ad amarezza, che tra le nazioni che scorrevano, poche erano industrializzate e alcune erano tristemente note per i disastri bellici che hanno ospitato, come Rwanda, Israela, Iraq.

Il pubblico cinese mi ha esaltato. Mai visto niente di più "politically correct". Pioggie di applausi soprattutto per le nazioni con le situazioni politico-sociali più problematiche, come a dire "Ehi, anche noi abbiamo sperimentato la povertà, il disordine civile, l'instabilità, vi capiamo". Ma la sorpresa più grande è stata la tanto attesa sfilata degli Stati Uniti: anche in quel caso pubblico in festa e politicamente corretto.

Tutto ciò mi porta a una breve e conclusiva riflessione sulla vera natura di queste Olimpiadi. Si tratta di una manifestazione che (forse per le sue origini, forse per i valori che è riuscita a mantenere nel tempo, a dispetto dell'evoluzione globale) al di sopra di qualsiasi logica economica e politica. Chi ha avuto la fortuna (sì, la considero una fortuna, perchè la gioia che mi ha trasmesso è indicibile!) di guardare la cerimonia avrà notato che nello stesso stadio sono stati per una sera accanto nazioni tra di loro in conflitto, nazioni povere, e potenti, ma anche rivali storici. Tutti insieme. Consideri questo chi non avesse capito o travisato lo spirito di questa (come di ognuna) Olimpiade.

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