venerdì 29 agosto 2008

In USA censurato in Italia "consentito". Cose che non ti aspetti, ma che se ci pensi bene...

Non me lo aspettavo e non saprei se esserne felice o meno. Sto parlando dell'ultimo film di Richard Gere, "Identità di un delitto" (titolo originale "The Flock"), costato la bellezza di 35 milioni di dollari! Un investimento mal ripagato, dato che "la commissione della censura" statunitense lo ha giudicato inadatto agli under 17, a causa di "contenuto perverso, sessualità aberrante, violenza eccessiva e linguaggio volgare". Risultato: i produttori decidono di destinarlo al noleggio (o alla vendita) DVD. Ben poca cosa certo. Ma ciò che non ti aspetti è che in Italia il film, uscito ad Agosto, è al sesto posto degli incassi settimanali. Forse in voi (come in me quando lessi la notizia) si sta illuminando una speranza, forse, penserete, se da noi il film in questione è in proiezione nei cinema, siamo un pò più liberali. E INVECE NO. Infatti il moderato successo del film ai botteghini italiani è, diciamolo, molto relativo: anche da noi il film è stato vietato, e per giunta ai minori di anni 18. Molto più semplicemente questo divieto non ha impedito al distributore italiano di fare arrivare il film al cinema. Non importa se la censura del film è stata giusta o ingiusta (secondo me ingiusta, ma...), il fatto è che negli USA un divieto è stato rispettato, in Italia no. Il fatto è che negli USA la censura esiste, ma almeno ha un nome, appunto quello della "commissione". Non so se potrei dire lo stesso per il nostro paese.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è una legge che vieta la proiezione al cinema di film vietati agli under 18?

la iena ha detto...

esiste, più o meno... in pratica la situazione è... complessa! ^^

sai che ti dico, ti riporto un articolo di "Repubblica.it"


Rivoluzione-censura: divieti per gli under 10
per i film obbligo di autocertificazione
Per i trasgressori multe fino a 100 mila euro e il carcere fino a sei mesi

Rivoluzione-censura: divieti per gli under 10
per i film obbligo di autocertificazione


Il vicepremier Rutelli
ROMA - Vietato ai minori di anni dieci. Nel cinema, alla tivù e anche nei videogame. Le nuove regole della censura sono contenute in un disegno di legge del vicepremier Francesco Rutelli approvato stamani dal Consiglio dei ministri. "A tutela dei minori nella visione dei film e dei videogiochi" è il titolo del provvedimento. Tra le novità anche il divieto ai minori di 10 anni per alcuni film considerati a rischio o troppo violenti per i più piccoli.

Ma non è la sola novità. In pratica il testo certifica la morte della censura e l'introduzione del metodo dell'autocensura. La legge, aveva spiegato il ministro dei Beni Culturali proprio qualche giorno fa, "rovescia la solita impostazione, favorendo un sistema di autocertificazione come accade in molti altri stati. Il governo non avrà più funzione di censura ma stabilirà un sistema di autoregolamentazione responsabile". Pene severissime per chi non rispetta l'autocertificazione.

Il vietato ai minori di anni 10 è il terzo step - dopo quello che riguarda i 18 e i 14 anni - di censura reso necessario da casi clamorosi di film molto cruento ma non vietato. In realtà sono tante, ormai troppe, le pellicole più o meno dark, supereroi alle prese con diabolici nemici, persino cartoni animati ad alto tasso di violenza. Ci si sta interrogando anche sull'ultimo film di Harry Potter o sulle avventure dei Pirati dei Caraibi con mostri e violenza.

Il ddl di Rutelli, oltre alle tre fasce di età, introduce un nuovo sistema in cui sono direttamente produttori e distributori ad autocertificare il loro film, proponendo l'eventuale divieto. La verifica viene poi fatta dall'amministrazione, per i primi due anni su tutti i film, poi a campione o su richiesta. Tra le novità anche la nuova Commissione di classificazione dei film per la tutela dei minori, che sostituisce la vecchia commissione alla quale fin dal 1962 è affidato il compito di dare il nulla osta per la proiezione, con l'attribuzione del divieto ai minori di 18 anni.

La nuova Commissione sarà snella (articolata in sole tre sezioni) e molto qualificata con al suo interno anche magistrati che si occupano di bambini e psicologi dell'età evolutiva. Nel caso di dubbio, produttori e distributori potranno rivolgersi, pagando, alla Commissione chiedendo che esprima un parere validando la classificazione. Quanto al criterio per la classificazione, nel disegno di legge viene chiesta attenzione al contesto narrativo generale, ma anche a possibili comportamenti emulativi in rapporto all'età degli spettatori.

Tra gli elementi di cui tenere conto linguaggio, violenza, pornografia, uso di sostanze stupefacenti, condotte criminali, discriminazioni, nazionalità, disabilità maltrattamenti di animali. Senza una classificazione, in ogni modo, il film non potrà essere proiettato. Per i trasgressori (imprese ed esercenti) il rischio di sanzioni amministrative fino a 100 mila euro e l'arresto fino a sei mesi.

(20 luglio 2007)

Heautontimorumenos ha detto...

Gentile agente mangiariano, alla già efficace documentazione della Iena, mi sento solo di aggiungere che se un film viene giudicato vietato ai minori, qualcuno deve controllare che effettivamente i minori non siano ammessi alla visione. Io sono contrario a censure e violazioni, ma non ti sembra strano che se negli Usa la commissione decide di vietare il film agli under 17, i produttori non lo distribuiscono nei cinema, in Italia invece viene distribuito, pur essendo vietato a una maggiore fascia di popolazione (under 18). Forse che i produttori sanno che in Italia il divieto non sarà fatto rispettare dai gestori dei cinema e dalle authority?Direi di sì. Non saprei dirti se anche negli USA il divieto non verrebbe rispettato. Certo è che i produttori (che ne sanno più di noi) hanno deciso di non lanciare il film in USA, quindi hanno ritenuto che effettivamente gli under 17 non sarebberero stati ammessi alla visione del film. Non così da noi. E allora perchè, se in entrambi i paesi una fetta di potenziali spettatori paganti del cinema sono stati diminuiti a priori, solo in uno si decide di non lanciarlo al cinema perchè non si prospettavano grandi guadagni? Io ipotizzo (ma ripeto, non ho conoscenza dei meccanismi di controllo dei cinema statunitensi) che in Italia ci siano più possibilità che gli under 18 aggirino il divieto. E se ciò può sembrare un bene (per chi crede che ognuno debba decidere da solo cosa è adatto alla propria sensibilità), dall'altro può essere un male, poichè questi ragazzi hanno già sperimentato, così giovani, che in fondo è facile aggirare i divieti.