giovedì 24 luglio 2008

Tributo a chi ha conosceva il valore dell'ispirazione

"Essere un poeta è una condizione piuttosto che una professione".

Il 24 luglio del 1895, esattamente 113 anni da oggi, a Wimbledon nasceva Robert Graves, poeta e romanziere. Colgo l'occasione dell'anniversario della sua nascita per dedicare a lui qualche riga. Mi avvicinai alle sue teorie casualmente al liceo, cominciando a leggere il suo libro "La Dea Bianca", nel quale egli sosteneva che esistesse una sorta di continuum culturale tra tutte le popolazioni arcaiche europee (Greci, Celti, Romani) che grazie a reciproche contaminazioni, veneravano essenzialmente la stessa dea, la dea-luna. Ciò che, a mio avviso, conta di più nelle sue pagine non la veridicità storica (sebbene le sue teorie sono in parte condivise da alcuni antropologi), ma il suo atteggiamento, il suo -potremmo dire- "piglio" da poeta nell'affrontare e risolvere alcuni enigmi che la mitologia celtica ci ha lasciato. Un piglio certamente anti-accademico quello di Graves, il quale scopre legami allora impensabili tra le varie mitologie europee, talvolta azzardando teorie, altre volte usando metodi anticonvenzionali, a causa dei quali si attirò il disprezzo dei critici. D'altra parte-sosteneva Graves-cos'è un critico se non un individuo costretto a seguire un canone, pena l'estromissione stessa dalla suo ruolo di critico?. Nel titolo dicevo dell'ispirazione. Egli scrisse "La Dea Bianca" in appena 3 settimana (si tratta di un "enciclopedia da 500 pagine...) in seguito a una personale illuminazione: aveva molti amici antiquari che gli avevano regalato statuette e manufatti risalenti a periodi tra loro diversi e appartenenti a popolazioni diverse. Per anni usò questi manufatti come fermacarte & co., finchè un giorno non si rese conto che tutti erano in qualche modo legati al culto della Dea Luna. Da lì dopo svariate ricerche giunse a concludere che in Europa prima di Baal, Jahve e Zeus, era la Dea Luna(Bianca) a governare in cielo e in terra venerata da innumerevoli popolazioni intorno al secondo millennio a.C. Arrivò persino a sostenere, sull'onda di quella che può essere definita la sua personale iniziazione alla Dea Luna, che la poesia stessa sia nata come linguaggio magico-rituale per le cerimonie in onore dalla Dea Luna. Un artista sincero, ultimo (forse) tra i poeti moderni a sottolineare il valore dell'ispirazione irrazionale nel processo di creazione poetica.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non conosco questo Graves, ma da come ne parli mi sono interessato ai temi trattati...
se posso aggiungere una cosa, la venerazione della Dea Luna è un'evoluzione del culto della Dea della Fertilità, la Grande Madre, e questo è un culto neolitico... secondo alcune leggende la Grande Madre dotò le donne del potere di generare prole, e per poter controllare tutte le donne salì al cielo e si trasformò in luna...
e questa è un'altra leggenda neolitica...
la conquista delle terre emerse da parte degli ominidi africani ha portato con se culti e leggende delle generazioni precedenti, e questa su tutte...
è logico quindi che, tramandando lo stesso culto, questo abbia subito modificazioni ma non stravolgimenti...
Cmq appena posso mi compro il libro di Graves, oramai mi sono incuriosito troppo...
ciau!
by YIHFP ^^

Heautontimorumenos ha detto...

Quella di cui parli tu è pressappoco la linea su cui si inserisce Graves. Egli però non considera la Dea Luna come un evoluzione della Dea madre, ma come la prima vera (unica) Dea. Riguardo agli ominidi africani, Graves sostiene che siano state piuttosto alcune popolazioni dell'area Egizia a diffondere il proprio culto della dea Luna in Europa (ciò non toglie che, come affermi tu, siano stati gli ominidi africani i primi e che poi abbiano trasmesso il culto al vicino Egitto e che di li si sia diffuso in Europa). Il libro è affascinante. Lo consiglio. Certo quando avrai di fronte la mole delle pagine avrai un sussulto, ma se arriverai fino in fondo non credo che te ne pentirai.
Ciao