sabato 28 giugno 2008

Quotidiana censura

Ieri su Italia uno è andata in onda la prima puntata della terza stagione di Prison Break. Le migliaia di appasionati ne saranno contenti. Eppure c'è un dettaglio ( ma a giudicare se si tratta di un dettaglio stabilitelo voi stessi) che rende questo esordio agrodolce. Verso il tredicesimo minuto dell'episodio i nuovi arrivati nella prigione sono convocati da Lechero, il detenuto più potente e temuto del carcere, che da bravo cattivo della situazione spiega ai nuovi detenuti le regole. Ma ecco la censura:

Nella versione originale in inglese :" 27 different nationality we have here, but not one gay"

Nella traduzione italiana la parola "gay" è stata sostituita dalla parola "banda" e quindi ieri sera i telespettatori hanno sentito: "abbiamo 27 differenti nazionalità quì, ma nessuna banda"a

Ora va bene, accetto le sfumature di significato, ma non è questo il caso. Onestamente non so quale sia il motivo di questa "improbabile" traduzione, e non so se sia intenzionale o meno, ma certamente non è la prima, di fatti già ad una puntata di Dr. House (sul filo del rasoio, prima stagione) era stato "tagliato" un dialogo.

martedì 24 giugno 2008

Posso esservi utile?

Questo è un post atipico, ma potrebbe esservi utile. Visto che gli esami orali sono imminenti, e visto che alcuni miei amici maturandi sono in alto mare con la tesina, avrei pensato di mettere a disposizione del web (eh sì, sono proprio un benefattore :) ) il percorso pluridisciplinare da me realizzato per i miei esami. Sto ancora meditando su come tecnicamente fare, ma non sarà un problema. Nello specifico è una tesina divisa in sezioni che analizza il ruolo della luna nell'immaginario artistico e letterario, da quando era venerata come Dea, fino al Novecento in cui è diventata simbolo, nelle opere di Volponi e Eliot, della nostra società massificata. Le materie trattate sono: Greco (con alcuni riferimenti mitoligici) Latino, Italiano, Inglese, Arte. Gli autori presi in esame sono: Apuleio, Leopardi, Pirandello, Munch, Coleridge, D'Annunzio, Il futurismo, Balla, Eliot, Volponi e Borges.
E' veramente completa, ben argomentata, con tanto di note a margine e ricca bibliografia. Fatemi sapere se a qualcuno può interessare tramite i commenti.

lunedì 23 giugno 2008

Hugo e la pena di morte

Oggi vi offrirò un alternativo parere sulla discussa pena di morte, più precisamente quello di Victor Hugo. Sì, è quel romanziere francese che tutti conoscono per "I miserabili" e "Notre dame etc..". Certamente egli amava la libertà e lottò strenuamente per i più umili (sebbene lui fosse sia economicamente che politicamente "messo bene"). Dicevamo di questo parere: Hugo scrisse un libello "L'ultimo giorno di un condannato a morte". E' la storia di un uomo che aspetta in una tetra cella il momento in cui morirà. Hugo è davvero molto furbo, poichè finge di trovare le memorie di un uomo già morto di cui non sa nè il nome nè il reato commesso: in questo modo la critica (indiretta)alla pena di morte assurge a un valore universale. Il condannato parla in prima persona (altro furbo espediente!) mostrando la sua sofferenza interiore, l'inquetudine , il terrore insomma di sapere quando e a che ora dovrà morire. Ora io di appassionate critiche alla pena di morte ne ho sentite tante: sento dire "che è ingiusto punire qualcuno con il suo stesso reato" o "lo stato non ha diritto". Tutte queste argomentazioni potrebbero essere insufficienti : adottando questi punti di vista qualcuno, non sano di mente, potrebbe criticare l'istituzione stessa del carcere, infatti un pazzo furioso potrebbe dire che anche togliere la libertà a un rapitore significa punirlo con lo stesso reato da lui commesso (si tratta in entrambi i casi di privazione della libertà).
Una tesi finalmente valida a supporto di chiunque sia contrario alla pena di morte la fornisce proprio Hugo nella sua personale battaglia contro il patibolo: dice che è ingiusta, l'angoscia che prova chi sa che sta per morire, è ingiusta anche la folla che compiaciuta guarda lo "spettacolo" dell'esecuzione, è ingiusta, in definitiva, la martellante e logorante attesa dell'uomo in procinto di morire.

domenica 22 giugno 2008

Giusto per conoscersi

Finalmente ci sono anch'io! Ok non è che sia poi una notizia che faccia scalpore, ma per adesso accontentiamoci di questo. Mi pare corretto spiegare anzitutto il perchè di quel titolo, "il punitore di se stesso", che detto così vuol dire poco. Si tratta del titolo di una commedia scritta da un tale di nome di Terenzio, uno commediografo che più che libresco letterato, era un abile analizzatore della società in cui viveva, ma purtroppo ciò non fu capito dai suoi contemporanei, che invece volevano commedie di basso gusto in cui poter ridacchiare dall'inizio alla fine acriticamente. Dicevo che il punitore di sé stesso (o Heautontimorumenos) è un tale che non riesce a meno di "punirsi" per la sua troppa severità. Ora io non sono un moralista, questi sono i tempi sbagliati per esserlo, ma mi piace pensare e riflettere e scrivere e... Condividerò, con chiunque vorrà straniarsi dal flusso continuo di stupidaggini e futilità che circolano oggi, riflessioni, notizie di scienze o tecnologia o società o costume (senza scopiazzarle dagli altri, ma cercando di interpretarle), commenti su libri e scrittori e qualunque altra cosa possa stimolare quella cosa fantastica facoltà che ci differenzia dagli animali (ma oramai, anche da certi esseri umani!) che è la fantasia.