giovedì 19 febbraio 2009

Il mio punto di vista sul Festival


Apro questo post con il testo della canzone che più ho apprezzato in questa edizione del Festival, in seguito vi spiegherò il “perché?” e farò una panoramica su tutta l’edizione di quest’anno vista da me.


 


 


Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo,

Luca dice: prima di raccontare il mio cambiamento sessuale volevo chiarire che
se credo in Dio non mi riconosco nel pensiero dell’uomo che su questo
argomento è diviso,
non sono andato da psicologi psichiatri preti o scienziati sono andato nel mio
passato ho scavato e ho capito tante cose di me
mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle
sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni
mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo mai a parlare stava fuori
tutto il giorno per lavoro io avevo l’impressione che non fosse troppo vero
mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre
disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere
mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità
delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa

Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo

sono un altro uomo ma in quel momento cercavo risposte mi vergognavo e le
cercavo di nascosto c’era chi mi diceva “è naturale” io studiavo Freud non la
pensava uguale
poi arrivò la maturità ma non sapevo che cos’era la felicità un uomo grande mi
fece tremare il cuore ed è li che ho scoperto di essere omosessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era e io credevo fosse amore sì
con lui riuscivo ad essere me stesso poi sembrava una gara a chi faceva meglio
il sesso
e mi sentivo un colpevole prima o poi lo prendono ma se spariscono le prove poi
lo assolvono cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini per
non tradire mia madre

Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo

Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci
tradivamo io cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità
poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che non c’entrava niente lei mi
ascoltava lei mi spogliava lei mi capiva ricordo solo che il giorno dopo mi
mancava
questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guarigione
caro papà ti ho perdonato anche se qua non sei più tornato
mamma ti penso spesso ti voglio bene e a volte ho ancora il tuo riflesso ma
adesso sono padre e sono innamorato dell’unica donna che io abbia mai amato

Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo


 


 


 


Spero che il presidente dell'arcigay non si ostini nella sua assurda posizione di contestazione verso un presunto "errore" di forma, che per di più non c'è: Povia non va contro l'omosessualità, NON esorta a nessuna guarigione, parla di un'evoluzione fisica e psicologica di una persona, parla di uomo. Quell'uomo nell'arco della sua vita è stato attratto prima da un altro uomo, e se quella sia stata solo attrazione o fosse proprio amore non ci è dato di saperlo, ma Luca tramite la bocca di Povia ci racconta che poi, per caso, ha conosciuto una donna, una persona verso la quale non credeva di poter provare qualcosa perché fino a quel momento aveva pensato solo agli uomini (e spiega anche il motivo: per non "tradire" la madre), e di questa donna si è innamorato veramente: per lei è cambiato, è un altro uomo, ma come dice il testo stesso della canzone "questa è la mia storia, solo la mia storia, nessuna malattia, nessuna guarigione...", solo ha deciso di amare un'altra persona, e l'amore non può essere mai considerato un errore.
Il cantante sanremese con questa canzone non esprime nessun concetto per cui dimostra di considerare l'amore omosessuale una cosa sbagliata o una malattia dalla quale si deve guarire, lo considera al pari di quello eterosessuale.
Adesso, seguitemi in questo piccolissimo ragionamento, SE va accettato dalla comunità eterosessuale che un uomo sia libero di amare un altro uomo (e ciò DEVE essere accettato a qualunque costo, perché considero ingiusto opporsi all'amore solo perché è diverso da quello che proviamo noi), QUINDI omosessualità ed eterosessualità vanno messe al pari, PERCHE' la comunità omosessuale dovrebbe essere contraria ad un omosessuale (o presunto tale) che sceglie di cambiare "preferenze" e di diventare-tornare eterosessuale?
In pratica è la stessa cosa vista allo specchio, il principio fondamentale è quello dell'accettazione della diversità, rendendola normalità. Ma allora PERCHE' dovrebbe essere così grave che una persona che passa dall'eterosessualità all'omosessualità deve essere giustamente accettato mentre se passa dall'omosessualità all'eterosessualità diventa un fattore scandaloso ed inaccettabile per l'arcigay?
Il presidente dell'arcigay ha detto in diretta su Rai Uno (dopo aver letto un sms di un amico omosessuale che aveva da poco perso il compagno e dopo avergli parlato brevemente del sentimento AMORE visto secondo la prospettiva omosessuale, che non è né più né meno di quello eterosessuale) "Povia, impari cos'è l'amore omosessuale".


Ma perché, il cantante forse aveva espresso un concetto denigrante verso l'amore per un altro uomo?
Semmai, non lo aveva forse portato sul palco più importante d'Italia rivestito di nuova dignità e di una centralità concettuale di cui aveva goduto solo una volta in passato (cioè con il pezzo di Anna Tatangelo) e di cui temo non godrà più dopo tutte le sciocche polemiche alzate in questo periodo?
Adesso l’arcigay deve avere paura di un’altra cosa, cioè che per paura di essere investiti da pesanti contestazioni (come lo sono stati Anna Tatangelo e Giuseppe Povia) scelgano di abbandonare la tematica dell’amore omosessuale vista in maniera paritaria a quella eterosessuale. Perché canzoni come quelle sanremesi dei due artisti sopracitati non possono che fare bene agli omosessuali, perché abituano gli eterosessuali a non disprezzare-sottostimare gli uomini che amano “altri” e non le donne.


Se io fossi stato omosessuale non credo che avrei avuto nulla da ridire sul pezzo, se non che la corista aveva il volume del microfono un po' troppo basso e non si sentiva bene (o forse era il mio televisore che non prendeva bene l’audio).


Per quanto riguarda la profondità del testo, è la più profonda che esista in questo contesto: Povia è riuscito a migliorare sé stesso! Ha iniziato con l’infanzia, la crescita, “dammi la mano … senza qualcuno nessuno può diventare un uomo”, per poi continuare con l’importanza dell’amore, la vergogna del tradimento (2è vero che esiste una morale che proprio mentre godi fa male … ed è vero che non ho principi, ed è vero che non sono un saggio, ma c’è chi tradisce per sesso e chi tradisce sé stesso ed è peggio”), arrivando all’estremità dell’amore, l’amore duraturo, “se tutti quanti lo sanno, ma hanno paura che l’amore è un inganno, oh, me l’ha detto mia nonna: ‘non sai quante volta non pensavo a tuo nonno’, più o meno come fa un piccione, e mica come le persone, che a causa dei particolari gettano per aria sogni e grandi amori”. Mantenendo inalterata la sua ricerca di introspezione psicologica e morale, è anche passato per un tipo di introspezione più importante nel contesto della società oltre che personale, cioè l’introspezione morale-religiosa, “è meglio vivere una spiritualità che usare il nome di una religione”. Adesso è giunto a maturazione, ha unito il tutto, ha creato qualcosa che ha un che di evoluzione, di introspezione totale, studio delle cause dei comportamenti, di amore finito male, di amore vero si spera immortale, di accettazione verso ciò che è “altro” (prima accettazione verso l’omosessualità e poi  verso l’eterosessualità).


Dal punto di vista musicale poi la costruzione è di una fattura veramente eccellente, con un amalgama di parole, canto e musica pregevolissima.


Povia ha migliorato sé stesso, e non era per nulla facile dato il livello di partenza.


Povia è uno che va ascoltato con la voglia di capirlo, se uno lo ascolta solo perché vuole sentire musica passatempo allora non lo apprezzerà mai al 100%.


Per me deve essere lui il vincitore di questo Festival, senza rivali. L’unica canzone che mi è rimasta impressa grazie alla grinta della voce che la interpreta è Biancaneve di Alexia e Lavezzi, anch’essa ben costruita e con una buona coesistenza delle parti cantate e musicate, interpretata da una delle voci femminili più importanti e forti del panorama italiano e potenzialmente tra le migliori al mondo.


Per concludere il podio non saprei chi scegliere fra Francesco Renga e Marco Masini. Ambedue presentano canzoni “strane”, che mi hanno colpito particolarmente.


Renga sfodera una bravura nell’utilizzo della voce che non possiede NESSUNO dei partecipanti, e che lo porta secondo me al secondo posto in Italia dopo Bocelli per la migliore tecnica canora (infatti lui continua a prendere lezioni di canto e la sua bravura è dovuta proprio a questo). La sua canzone odierna infatti ricorda un po’ lo stile bocelliano, rendendolo un pezzo veramente da intenditori anche se un po’ meno commerciale (non che Bocelli non sia commerciale, ma il suo stile è apprezzato relativamente, perché molti preferiscono la canzone “facile”, la vera e propria “musica leggera”, cantata su poche note e pochissimi accordi, facile da ricordare e canticchiare). Francesco non prende mai le note “dal basso”, arriva sempre col diaframma perfetto, l’impostazione della bocca nelle vocali è perfetta: mentre Bocelli è l’emblema del cantante classico “prestato” al pop, Renga è l’emblema del cantante pop che studia “classico”, cosa forse addirittura più difficile.


Masini invece conferma il suo stile con i suoi alti e bassi di gradimento. Io personalmente lo apprezzo molto musicalmente, anche lui cura molto i particolari e la musicalità dei suoi pezzi, vede bene le possibilità polifoniche orchestrali e la sua voce perennemente roca è il suo marchio di fabbrica. Chi ama Masini amerà anche questo pezzo, perché è un po’ il riassunto dei suoi brani famosi… a me ha ricordato anche un po’ “Principessa”, altro suo classicissimo, e lo metto comunque tra i primi quattro, con aspirazioni per la medaglia di bronzo, Renga permettendo.


Mi ha deluso ma fino ad un certo punto l’esordio di Marco Carta, che non fa nulla per nascondere la sua essenza cagliaritana: tutte le note prese “dal basso”, voce messa ma non a pieni polmoni come potrebbe fare, e il pezzo è carino ma nulla di trascendentale, il classico pezzo che piace un po’a tutti e che le radio passano per andare sul sicuro, ma che non regala nulla di nuovo.


Flop totale per Al Bano: da lui ti aspetti l’acuto perfetto, invece perde molte note per strada, la voce gli trema un po’ e non si può dire che gli manchi esperienza. La musica è trita e ritrita, senza un minimo di iniziativa nella partitura.


I giovani non mi sono piaciuti quasi per nulla: eravamo abituati a “Che bella gente” di Cristicchi, “Pensa” di Fabrizio Moro e “L’amore” dei Shohnhohrhah (non ricordavo dove piazzare la H e l’ho messa un po’ ovunque), prima ancora ai Velvet, meno ‘bravi’ ma capaci di trasmettere molta più energia. Quest’anno invece l’energia è proprio centellinata con il contagocce, scarsa è la resistenza alla tensione dell’Ariston, la “cocca” di Ranieri ha sbagliato praticamente tutto, mentre solo l’Ugly Betty italiana che oggi si è esibita per ultima ha dato un po’ più di vita, ma con una canzoncina che avrebbe di sicuro vinto…lo Zecchino d’Oro, ma qui si vorrebbe incoronare qualcuno pronto per grandi cose, non la musichetta carina ma la bella musica, che tra i giovani scarseggia. Categoria a parte la corista di Lucio Dalla, che giovane non è e sfoggia sicurezza, ma il brano sarà difficile da premiare, perché effettivamente è bello, ma manca qualcosa… lo stile di Dalla si sente, ma ancora non mi convince del tutto.


SSPETTACOLARE invece l’apertura di puntata, dove Mozart e i Pink Floyd vengono avvicinati, unificati, sommati, per creare qualcosa di sublime. Se non l’avete visto cercatelo su YouTube o simili, io stesso cercherò di caricarlo (se imparerò a farlo XD) al più presto.


 


…cordialmente  Vostro, la iena


 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma come si fa a dire tali cagate: il verso "questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guarigione" è stato messo lì appunto per i boccaloni come te che solo perché una afferma uno tal cosa allora deve essere così, fa niente se per i primi due versi abbia detto che l'omosessualità è una malattia.
1) afferma attraverso le parole (maleinterpretate) di Freud che l'omosessualità non "è normale", ergo è una malattia/devianza della psiché
2) dice che è diventato gay perché sua madre era oppressiva e gli diceva di no sposarsi
3) perché aveva un padre alcolizzato e debole e un cattivo rapporto con gli uomini
4) dice "cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini per non tradire mia madre" il che non mi sembra proprio normale che forse tu vai con una donna per cercare un idealmente un rapporto incestuoso con tua madre e non tradire tuo padre?
5) infine è stato traviato da un pedofilo
Insomma in pratica descrive l'omosessualità come la somma di tutta una seria di traumi più o meno gravi, e nel far ciò si rifa alle teorie demodé di tutto a seria di psicologi americani curatori di omosessuali; e dopo tutto questo mi vieni a dire che non è offensiva perché non ha descritto l'omosessualità come una malattia? ma che hai gli occhi foderati di prosciutto?
Poi scusa hai massentito nessuno dare una eziologia del genere per l'eterosessualità, no, io mai, tutte queste idiozie vengono soltanto usate per spiegare l'omosessualità, allora perché una sì e l'altra no, evidente perché dietro queste spiegazione c'è di fondo il giudizio che l'omosessualità sia una cosa innaturale o una malattia che ha bisogno di una spiegazione in termini traumatico psicologici.
Quindi uno metter tutto questo nel guazzabuglio ideologico in canzone, dando il messaggio di fatto che l'omosessualità è una malattia (magari dirette che solo per alcuni è così ma vigliacca se poi alla fine non andare a cercare questi precedenti nella vita di ogni omosessuale che conoscete pur di razionalizzare le cause della sua omosessualità). Quindi basta con le fesserie, questa canzone è incredibilmente offensiva perché veicola un messaggio falso e denigratovi per tutti gli omosessuali che sono descritti come poveretti che hanno avuto una infanzia traumatizzata!

Anonimo ha detto...

quoto al 100% erox. dalla canzone di povia quello che traspare è che l'omosessualità è una fase, che in realtà tutti sono eterosessuali, ma confusi, o traviati, o immaturi; tutti i gay sono persone che aspettano la donna perfetta, che li tolga dalle alcove libidinose di un'esistenza omosessuale e deviata e li riporti sulla retta via. quella frase ("questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guarigione") è un perfetto esempio di ritrattazione alla "berlusca", per sedare (o almeno tentare di) un po' tutte le polemiche sollevate. e poi, la chiamata in causa di nientepocodimenoche Freud, che dovrebbe stare al suo posto, cioè nei libri di psicologia e filosofia.

un'altra cosa: già è difficile per un omosessuale capire la propria natura, grazie alla società e a tutte le pressioni che essa esercita su di lui, quindi figurarsi se un eterosessuale potrebbe mai capire cosa vuol dire essere omosessuale, e non "diventarci" (a mio avviso, omosessuali si nasce, e non si diventa a causa di padri assenti o madri ossessive). quindi non dire "se io fossi omosessuale penso che..." perchè non puoi pensare da omosessuale non essendolo. ci vuole un'apertura di mente che tu, con questo intervento, dimostri di non avere.

cordialmente, un gay